Vincenzo Rossano | Rubrica InRosso - Senza tabù
Momento di particolare importanza e rilevanza, non soltanto per i genitori ma anche per chi vi si trova intorno, è la nascita di un infante. Dalla fase di gestazione e ancor più dal momento del parto, i genitori sono chiamati a un ruolo straordinario e delicato che, tuttavia, ancora oggi stenta a essere paritario. La donna, infatti, è spesso carica di responsabilità familiari molto più del partner: ella è chiamata a scegliere fra sé stessa e la famiglia, in un continuo dissidio, specialmente in ambito lavorativo. Non sono poche le storie di donne licenziate poiché incinte o costrette, purtroppo, a sacrificare porzioni della propria vita, anche quando i figli hanno compiuto qualche anno d’età.
L’insieme di problematiche che riguardano l’essere madre sono, in buona parte, scatenate dal tradizionale concetto stesso di donna, carico di retaggi e luoghi comuni. La società, a volte in modo arcaico, tende ancora oggi a attribuire una sorta di vero e proprio onere di procreazione nei confronti della donna, identificando nel parto l’unico e solo apice della sua esistenza.
Fino a qualche decennio fa, coloro che non avessero neppure intenzione di aspirare alla maternità si ritrovavano vittime di un vero e proprio tabù. Una donna che a una certa età non si accingesse a diventar madre veniva considerata incompleta, non in grado di rispondere al ruolo che la natura le aveva attribuito. Oggi, tuttavia, la situazione sta cambiando.
Essere madre non è più la naturale evoluzione della donna. Avere figli non è più la scontata sublimazione di un rapporto di coppia. Oggi si può scegliere di essere altro. Michela Andreozzi
Sono in aumento, infatti, le donne che non concepiscono l’essere madri come momento apicale e di massima importanza, perché volgono lo sguardo verso altri obiettivi. Ci sono donne che, prima di mettere su famiglia, preferiscono realizzarsi in ambito lavorativo o ottenere una posizione sociale di rilievo; ci sono altre donne che, invece, non desiderano affatto diventare madri; ci sono, infine, altrettante donne che desiderano avere dei figli e crescerli, non considerando la carriera come una priorità. Le donne stanno acquisendo sempre più consapevolezza e tendono a dimostrarla nel ventaglio di scelte possibili, scegliendo di esternare le proprie convinzioni senza timore. Nonostante la parità dei sessi non sia stata del tutto raggiunta, gli interventi politici e giuridici volti a garantirla tendono a aumentare, provando a creare una società dove ciascuna donna possa sentirsi libera di decidere senza sentirsi additata.
Infatti, una cosa è scegliere di divenire madre, un’altra è non poter scegliere o, per meglio dire, esservi costretta a esserlo, limitando la propria vita a quel ruolo.
Ma anche l’incertezza nel futuro, la pandemia o i cambiamenti climatici divengono spunti di riflessione per molte giovani donne che, pertanto, non sentono di voler dare alla luce un infante o di assumersene la grande responsabilità.
Una donna che decide di non avere figli non si considera e non vuole essere ritenuta incompleta. Oramai, diventare mamma non è più la necessaria e obbligatoria aspirazione femminile e questo è un dato di fatto, qualsiasi sia la sua causa scatenante.
Perciò alla domanda Vuoi avere figli? ora c'è sicuramente l’ipotesi di sentirsi dire un sonoro No, grazie! come risposta.
Contatti: eaf.educarealfemminismo@gmail.com
Seguici su Instagram: about.eaf
© E A F – Educare al femminismo
Comments