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VOCE: La storia di Anna

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Aggiornamento: 13 feb 2022

Anna Baute | Rubrica Voce - La tua storia

Introduzione: Ho conosciuto Anna nel 2018. Nonostante la distanza, ne abbiamo passate tante insieme. Non siamo costanti, in realtà siamo un casino, però a modo nostro ci siamo sempre state, l'una per l'altra.

Punti in comune: i libri, la scrittura, l'amore per i cani e la malinconia.

La prima volta che Anna mi ha raccontato la sua storia, ho scoperto cosa si celava dietro la sua fragilità e profonda diffidenza. I traumi e le cose brutte che ci accadono non ci rendono più forti, ma più vulnerabili.

A volte non sai mai che ruolo avere in certe storie, puoi solo esserci, puoi solo raccontarle. In modo che, magari, non succedano più. In modo che, come un brutto sogno, una volta raccontato non spaventi più così tanto.

Anna, non è più quella bambina di 10 anni, ma so che quella bambina è ancora dentro di lei e rivuole indietro, con prepotenza, i suoi anni. Deve lottare ogni giorno con i fantasmi del passato. So quanto le pesa ogni giorno tutto questo, anche quando non lo dice. So che spesso non riesce ancora a dormire e che a volte una sola vita è troppo breve per incollare tutti i pezzi di noi che si sono rotti. A volte la cosa migliore è smetterla di provare senza sosta di rincollarci, accettare che siamo pieni di crepe. Soltanto dopo questa piccola consapevolezza possiamo comprendere quanta luce ci passi, infine, tra quelle crepe.

"Per avere luce bisogna farsi crepa, spaccarsi, sminuzzarsi, offrire" (Chandra Livia Candiani)

Mi insegna questo ogni giorno, anche quando non se ne rende conto. Me lo insegna semplicemente vivendo.


"E quando trovi il coraggio di raccontarla, la tua storia, tutto cambia. Perché nel momento stesso in cui la vita si fa racconto, il buio si fa luce e la luce ti indica una strada. E adesso lo sai, il posto caldo, il tuo posto al sud sei tu.“ Ferzan Ozpetek

Chissà cosa pensi quando pensi a quella notte. Cosa ricordi di quando quella notte hai deciso di entrare dentro di me senza il mio consenso. Io vorrei solo che il tempo rendesse meno nitidi i ricordi, ma non c’è verso. Lo so che non meriti nemmeno queste parole, non meriti niente da me. Ma scrivere mi aiuta. Stavo per addormentarmi, dopo aver letto un po’ e pianto, anche, un altro po’. Ho spento la luce principale. Ma non la seconda. Sono sedici anni quasi che ho bisogno di vedere ogni parete della stanza prima di addormentarmi.

Oggi riesco a dormire senza medicine, dicono che va bene così, che basta così. Non importa più di tanto se non riesco a spegnere quella luce, prima di addormentarmi. Ma a me importa, perché sono diversa e non per una mia scelta. Non è stata una mia scelta. Non ho dato nessuno consenso quello notte, avevo dieci anni.

Scrivere in questo caso ti frega, mi riporta inevitabilmente a quel momento, a ricordare quel momento. Ma ho imparato a farlo, ho imparato anche a guardare certe immagini e ascoltare certe storie e non mettermi a urlare in mezzo alla gente, o a non farmi venire un attacco di panico frequentemente. I primi tre anni sono stati i peggiori. Non ho vissuto l’adolescenza come una ragazza normale. Mi chiedo spesso: se non fosse successo, oggi sarei diversa? E so che non posso girarci troppo intorno, la risposta è sì, lo sarei stata. Avrei avuto un altro carattere, forse più amici, avrei fatto un altro lavoro, altri studi, intrapreso altri percorsi.

Ti renti conto di ciò che hai fatto? Della gravità di quel che hai fatto? Della vita che hai spezzato per sempre? Me lo chiedo spesso. Quanto male mi hai fatto e forse non te ne sei mai realmente reso conto. Io sono qui, cercando di calmare l'ennesimo attacco di ansia causato da te, mentre in questo momento probabilmente dormi, come se niente fosse accaduto, come se niente si fosse rotto per sempre.



Introduzione: Alexssandra Minissale

Testo e storia: Anna Baute



Storie di violenza, abusi, sessualità, discriminazione, razzismo, bullismo, cyberbullismo, disturbi alimentari, body shaming, cat calling, sexting, coming-out, transizione, ecc.
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