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Ferite a morte: e se le vittime di femminicidio potessero parlare? - Recensione

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Aggiornamento: 15 ott 2022

Maria Piccirillo | Rubrica Advice - Leggo, vedo, recensisco

Trama: Ferite a morte nasce dal desiderio di raccontare le vittime di femminicidio. Ho letto decine di storie vere e ho immaginato un paradiso popolato da queste donne e dalla loro energia vitale. Sono mogli, ex mogli, sorelle, figlie, fidanzate, ex fidanzate che non sono state ai patti, che sono uscite dal solco delle regole assegnate dalla società, e che hanno pagato con la vita questa disubbidienza.

«Così mi sono chiesta: 'E se le vittime potessero parlare?' Volevo che fossero libere, almeno da morte, di raccontare la loro versione, nel tentativo di ridare luce e colore ai loro opachi fantasmi. Desideravo farle rinascere con la libertà della scrittura e trasformarle da corpi da vivisezionare in donne vere, con sentimenti e risentimenti, ma anche, se è possibile, con l'ironia, l'ingenuità e la forza sbiadite nei necrologi ufficiali. Donne ancora piene di vita, insomma. Ferite a morte vuole dare voce a chi da viva ha parlato poco o è stata poco ascoltata, con la speranza di infondere coraggio a chi può ancora fare in tempo a salvarsi. Ma non mi sono fermata al racconto e, con l'aiuto di Maura Misiti che ha approfondito l'argomento come ricercatrice al CNR, ho provato anche a ricostruire le radici di questa violenza. Come illustrano le schede nella seconda parte del libro, i dati sono inequivocabili: l'Italia è presente e in buona posizione nella triste classifica dei femminicidi con una paurosa cadenza matematica, il massacro conta una vittima ogni due, tre giorni». Serena Dandini


Autrici: Maura Misiti, demografa, ricercatrice all’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Cnr (esperta in studi connessi all’approccio di genere, in particolare di violenza contro le donne) e coordinatrice di numerosi progetti europei e nazionali. Con Serena Dandini, ha collaborato come autrice ai testi e alle ricerche di Ferite a morte, che, oltre al libro e allo spettacolo teatrale, è un evento di mobilitazione sociale. Serena Dandini, all'anagrafe Serena Dandini de Sylva è una conduttrice televisiva, scrittrice e autrice italiana.


“Poi per fortuna mi hanno lasciato morire in pace. Finalmente non servivo più a nulla.”

Ferite a morte si divide in due parti: nella prima troviamo i racconti delle vittime, spesso anche con un tono ironico per alleggerirne l’argomento, la seconda parte, invece, è più documentale. È un libro leggero e scorrevole, nonostante narri di un argomento delicato e pesante. Si affrontano diversi temi che ruotano tutti intorno al concetto principale: il femminicidio. Leggere questo libro è come ricevere un pugno allo stomaco quando meno te lo aspetti: racconta della dolcezza contrapposta alla brutalità e alla violenza. Ti lascia dentro una sensazione di rabbia e vuoto, è commovente e allo stesso tempo rispecchia una realtà crudele, che sai che ti circonda. Ci circonda perché ancora oggi ci sono donne che soffrono in silenzio tra le mura di casa, e non solo.


Ferite a morte è realtà, è attualità. Tra le sue pagine troverete storie commoventi, storie che vi provocheranno tanta rabbia, così come è accaduto a me: per me donna è stata dura leggere della vaghezza con cui sono state tratteggiate queste donne.

In ognuna delle donne raccontace ce ne sono molte altre: la storia più o meno è la stessa, cambiano i modi e l’ambientazione, cambiano i fatti e il vissuto, ma il quadro si rispecchia: donne uccise da chi diceva di amarle.

Ferite a morte non ha uno sguardo rivolto solo al femminicidio in Italia, ma nel mondo. Questo ci fa comprendere, anche solo leggendolo, quanta crudeltà ci sia davanti ai nostri occhi ogni giorno e quanto è importante agire e non voltarsi dall'altra parte davanti alla violenza e alla crudeltà umana.


E tu? Sei mai stata vittima? Hai mai avuto paura di parlare? Bisognerebbe trovare il coraggio di parlare, di raccontarsi. Ogni vita può e deve essere salvata… non si può morire così!



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