top of page

Le donne e l’Olocausto. Ricordi dall’inferno dei lager – Recensione

eafeducarealfemmin

Aggiornamento: 15 ott 2022

Alexssandra Minissale | Rubrica Advice – Leggo, vedo, recensisco



Trama: Le donne e l'Olocausto è uno dei pochi memoriali che si concentra esclusivamente sulle donne. Con sincerità straziante, Lucille Eichengreen offre uno sguardo approfondito e sincero dell’esperienza femminile nei campi nazisti. Raccontando la storia della propria sopravvivenza, esplora il mondo delle altre donne che ha incontrato, dal potere femminile delle guardie SS, alle prigioniere che erano costrette a prostituirsi per il cibo. Le amicizie che nacquero tra le donne spesso durarono a lungo. Si aiutavano l’una con l’altra, e si dimostravano un affetto e un’attenzione che era difficile trovare persino in famiglia. Certo, avevano anche delle nemiche tra loro. Altre donne le maltrattavano, le denunciavano, le raggiravano e rubavano il cibo o le scarpe. In tutti i campi di concentramento era più o meno lo stesso. Ma in generale c’era fiducia reciproca, le donne si davano una mano e piangevano insieme. Con una prosa secca e toccante, la Eichengreen sa cogliere il nocciolo, l’essenza delle cose ma senza fare prediche. In più, Lucille scrive con l’autorevolezza della testimone oculare, un valore che presto spetterà solo alla pagina scritta e ai documentari filmati, visto che le fila dei sopravvissuti si assottigliano drammaticamente ogni anno. Lei è una di loro, una sopravvissuta che ha ancora voglia di raccontare la propria storia.


Autrice: Lucille Eichengreen, al secolo Cecilia Landau, nacque ad Amburgo l’1 febbraio 1925. È miracolosamente sopravvissuta a dodici anni di ghetti e a tre campi di concentramento (Lódz, Auschwitz, Neuengamme e Bergen-Belsen) fino alla liberazione di Bergen-Belsen. È emigrata negli Stati Uniti nel 1946, dove si è sposata e ha lavorato come agente delle assicurazioni. Nel 1994, ha pubblicato From Ashes to Life: My Memories of the Holocaust. Tiene frequentemente lezioni sull’olocausto nelle biblioteche, scuole e università negli Stati Uniti e in Germania. Con Marsilio ha pubblicato Le donne e l’Olocausto (2011) e Rumkowski e gli orfani di Lodz (2014).

“Auschwitz. Il più noto, il più citato dei campi di sterminio: camere a gas; forni crematori. […] Le parole non bastano a descrivere quel posto. Se n’è parlato, se n’è scritto. È stato persino filmato. Nessuna lingua, tuttavia, sarà mai in grado di raccontare…”

L. Eichengreen incominciò a scrivere intorno ai sessant’anni, ovvero cinquant’anni dopo i fatti narrati, perché «ricordare è troppo doloroso, lo è ancora». Inoltre, i libri di memorie sull’Olocausto scritti da donne non erano molto popolari cinquant’anni fa: si pensava che gli uomini fossero i soli testimoni attendibili.

Le statistiche riguardo al numero delle donne e degli uomini rinchiusi nei campi non sono accurate né facilmente stilabili, vista la lacunosità dei registri. Gli storici non sono sicuri di quante persone fossero già state fatte prigioniere allo scoppio della guerra, dopo la presa del potere di Hitler nel 1933, né tra il 1940 e il 1941. Benché si conosca il numero totale dei sopravvissuti, tale cifra non fa distinzione tra gli uomini e le donne, ed è ugualmente imprecisa.

Molti dei libri di memorie sull’Olocausto – almeno fino a una quindicina d’anni fa – furono scritti da sopravvissuti maschi. Forse le donne erano riluttanti a raccontare il passato, o forse gli editori non credevano alla validità dei loro ricordi: le donne erano considerate inaffidabili, poco obiettive, poco sincere. Ora, grazie agli studi di genere e alla consapevolezza femminile, gli editori sono arrivati a capire che le nostre esperienze sono altrettanto valide, altrettanto importanti, e allo stesso tempo estremamente diverse, sotto molti aspetti, da quelle degli uomini.


In ogni capitolo di questo libro viene racconta la storia di una donna diversa, vittima degli orrori del Terzo Reich. Sono le storie che l’autrice ricorda: una madre che guarda sua figlia morire; una guardia nazista di buon cuore; una pericolosa relazione lesbica; una coppia rifiutata dagli altri ebrei per essersi convertita al cristianesimo; una relazione disfunzionale tra fratello e sorella; una coraggiosa dottoressa di Auschwitz; una donna coraggiosa, condannata ai lavori forzati, che si

rifiuta di lasciarsi andare. E, tra le altre, in una prosa secca e toccante, l’autrice racconta anche di Sala, sua madre, in fin di vita su un letto del ghetto.


Le donne e l’Olocausto. Ricordi dall’inferno dei Lager è la testimonianza lucida e diretta di una donna sopravvissuta all’Olocausto. L’autrice è forse una delle poche testimoni oculari della Shoah che ha scelto di soffermarsi in maniera un po’ più attenta sull’universo femminile. Poche volte questo periodo storico è stato raccontato dal punto di vista femminile.

Grazie a Lei, e a chi come lei, viene data voce e dignità anche alla sofferenza delle donne.


«Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario». 27 Gennaio, Giorno della Memoria. Per non dimenticare.


Contatti: eaf.educarealfemminismo@gmail.com

Seguici su Instagram: about.eaf


© E A F - Educare al femminismo


Comments


Post: Blog2_Post
  • Instagram

©2021 di EAF ◦ EDUCARE AL FEMMINISMO

bottom of page